Sull’orlo del precipizio
Società, informazione, cultura, politica, tecnologia, lavoro, giovani, educazione, economia, nessuno di questi ambiti si può dire al riparo da un’idea di crisi che permea tutto il nostro mondo della vita quotidiana e il nostro pensare la realtà.
La nostra visione del mondo appare velata da uno schermo di mancanza di senso o peggio da una privazione di prospettiva.
Una società sempre più liquida, un’informazione così caotica che nemmeno l’idea di fake news riesce a contenerla e a garantire un discrimine, un generale ripensamento dei valori sociali e dell’etica, accelerazione dello sviluppo tecnologico e della sua pervasività, precarietà e prevalenza dell’economico, spaesamento cinismo e deprivazione del valore umano della relazione.
Pandemia e guerra
La visione positiva della vita vissuta e autentica vista come vivere bene, nella dignità, negli affetti, nei propri valori, in una condizione nella quale ognuno possa esprimere liberamente e profondamente se stesso, in un clima di reciproco riconoscimento, sembra svanire come sogno o illusione, utopia.
Il tempo del presente necessita di un’etica della complessità, cioè di una capacità di comprendere diversi linguaggi, di farsi multialfabeta ovvero saper affrontare diverse “grammatiche” per comprendere il mondo e abitarlo consapevolmente.
“Il venir meno di un tessuto connettivo di significati e di valori è una tendenza di lungo periodo, da decenni oggetto di analisi sociologiche e di speculazioni filosofiche: ha aperto il tempo della caducità, lo spazio della precarietà appunto, del precipitare delle cose e delle parole nell’abisso della crisi, della mancanza di fondamenti. La precarietà si è connotata, da Nietzsche in poi, come tempo di fratture, di dislivelli e discronie.”
(Elisabetta Zamarchi, Malattie dell’anima in tempo di povertà)
“Spazio di dialogo e linguaggio sono le chiavi interpretative per capire il grado di sterilità e il vuoto nichilistico cui siamo giunti alla fine dell’era ideologica che ha contraddistinto gli ultimi cinquanta anni di vita italiana; lo spazio che è sempre stato pubblico, quello della discussione politica, del logos politikos oggi non è più tale” (D. Ubizzo Recensione a Stefano Zampieri, Sofia e polis. Pratica filosofica e agire politico.)
“Oggi assistiamo ad una pericolosa contrazione del tempo: il futuro, venute meno le grandi ideologie e la fede nel progresso, scivola nell’imprevedibilità consegnataci dalla potenza tecnica, riducendo sempre più i nostri margini di progettazione; il passato e la memoria trascinati dalla velocità e dalla frenesia tendono a perdere spessore e lo stesso presente finisce per rimanere schiacciato tra il non ancora e il non più.”
( L’etica e il ‘pensare bene’ di Stefania Contesini )
“Chi è il multialfabeta? Non è un poliglotta. Il multialfabeta è un mapping processor. E’ un elaboratore di mappe mentali. Multialfabeta è colui che utilizza linguaggi diversi per comunicare. Usare linguaggi diversi significa creare continuamente nuove mappe mentale, nuove mappe cognitive a seconda dei contesti d’uso di riferimento delle procedure di conoscenza o di azione in cui è impegnato; significa produrre strategie appropriate di soluzione dei problemi, e conseguentemente metodi e prospettive competenti di esplorazione e di dialogo. In parole povere il multialfabeta è colui che inventa setting di interazione, di conoscenza, di relazione.” (U. Margiotta, Pensare in rete)
“Il ben-essere di un individuo non è legato alla sua condizione individuale autarchica, quanto a quello che qualcuno oggi chiama capitale sociale, cioè l’insieme delle capacità che l’individuo ha di organizzarsi e di adattarsi grazie a elementi di mediazione con le strutture che lo circondano, con i contesti.” (Andrea Canevaro, 2007) .
“Viviamo in un mondo dove nulla è a misura dell’uomo; c’è una sproporzione mostruosa tra il corpo dell’uomo, lo spirito dell’uomo e le cose che costituiscono attualmente gli elementi della vita umana; tutto è squilibrio.”
(Simone Weil, La persona è sacra?)
Indicazioni per approfondire
- Raffaele Castelli Cornacchia, L’alfabeto della crisi, 2013 Italic, Ancona.
- Zygmunt Bauman, Vite di scarto, Laterza 2004
- Alfonso Berardinelli, Autoritratto italiano, Donzelli editore1998.
- Francesco Giacomantonio, a cura di . La filosofia politica nell’età globale. Mimesis Editore 2013.
- Cafè Philo, a cura di Virginia Perini, Uscire dalla crisi con filosofia, Affari italiani editore 2012.
- Ferrante Pierantoni, Margherita Pierantoni, Combattere con le informazioni. Dalla geopolitica alla realtà digitale. Franco Angeli 1998.
- L. Floridi, La rivoluzione dell’informazione, Codice, Torino, 2012
- Stefano Zampieri ( a cura di) Sofia e polis. Pratica filosofica e agire politico. Liguori, Napoli 2012
- U. Margiotta, Pensare in rete, Clueb 1997
- Andrea Canevaro. Nascere fragili. Processi educativi e pratiche di cura. EDB, 2015
- Edgar Morin. La sfida della complessità. Le Lettere, 2017