Venerdì 31 marzo, ore 18.00 in sala consiliare verrà presentato il libro promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Spinea “Genius Loci e spazi eterotopici. Ville venete in territorio di Spinea tra architettura e cronaca”, di Marilena Giora e Loris Tasso.
Saranno presenti il Sindaco Martina Vesnaver, l’Assessore alla cultura Elia Bettin, la Responsabile del Settore Scuola, Cultura e Sport Dott.ssa Paola Marchetti, il Presidente dell’Istituto Regionale Ville Venete Prof. Amerigo Restucci e l’arch. Andrea Valentini responsabile dell’Ufficio tecnico Istituto Regionale Ville Venete.
Accompagnati da Francesco Scipione Fapanni, il libro ripercorre il viaggio che egli ha compiuto a metà ottocento lungo “la strada che da Mestre va a Mirano”, viaggio alla scoperta della vocazione e dell’identità del luogo, del Geniu Loci.
Il Sindaco Martina Vesnaver suggerisce che “quest’opera è un viaggio che svela una città sconosciuta, mai indagata prima in questi termini, le cui radici spiegano la sua vocazione di centro.
Collocata su direttrici importanti alle porte di Venezia e del suo grande porto industriale, tra terra e mare, è stata sede di interessi di nobili e notabili, di geniali imprenditori, di importanti personaggi impegnati politicamente e di studiosi appassionati.
Leggere la città, le sue emergenze architettoniche, ambientali, artistiche, ma anche le vicende storiche e quelle dei personaggi ad essa legati, è punto di partenza per incontrare e riconoscerne il Genius Loci, il genio del luogo, la sua identità.
Le architetture che vengono indagate sono quelle delle ville venete. Una ricerca sviluppata fra perdita e riscoperta del “luogo”, delle sue opere di grande valenza storica e di chi lo ha vissuto; un percorso intrecciato fra architettura e cronache familiari quale filo conduttore”.
Il lavoro
Questo lavoro, durato anni, ha riscoperto frammenti perduti del tessuto urbano, recuperando anche la memoria della presenza di emergenze architettoniche non più esistenti.
Vengono approfondite in quest’opera le architetture delle ville venete, che si pongono come strumenti organizzatori del territorio, con caratteri tipologici che rispondono alla duplice esigenza di elemento produttivo e di rappresentanza.
E’ attraverso queste ville, “libri di pietra”, parafrasando Victor Hugo, che leggiamo la storia della città e dei suoi personaggi, nobili, notabili o gente del popolo, legata in modo indissolubile alla storia di Venezia, del paese, del vecchio continente.
Oltre alle architetture di grande interesse storico artistico, quest’opera, come l’Orco della fiaba di Marc Bloch, indaga storie importanti e storie minori che contribuiscono a rappresentare il paese tra il settecento e il novecento, da un punto di vista politico, sociale, culturale.
Spinea si disvela, si lascia trovare e vedere, mostrando la sua identità forte e persistente.
La storia
La piccola storia quindi si tesse con la grande storia, in un racconto corale, che compone una tela variopinta, fatta di colori, profumi, suoni, emozioni diversi, che riconducono l’uno all’altro.
Ogni storia apre a temi importanti: personaggi, anche femminili, che hanno contribuito ai movimenti antiaustriaci del 1848; cronache di duelli, legate al romanticismo ottocentesco, ai salotti letterari e alla scapigliatura; la crisi demografica del patriziato veneziano e il tentativo di salvare patrimoni e assi ereditari, tra interventi del Consiglio di Dieci e processi celebri.
Ed anche dinastie di farmacisti che si districano tra piroconofobi, teriaca, pillole di S.Fosca; lotte del mondo agrario dettate dalle condizioni socio-economiche e dalle crisi del settore, ecc.
Sono storie che sono state cercate, rincorse ovunque, nei più importanti e remoti archivi o incontrando i proprietari, e che a un certo punto hanno deciso di raccontarsi, svelando una Spinea inedita, sorprendente, carica di memoria, di valori.
Quello che noi siamo oggi lo dobbiamo a questa storia, a queste storie.