Tra gli autori scelti per iniziare gli incontri dei Gruppi di Lettura, quest’anno c’era Mauro Corona.
I lettori avevano in programma la discussione di tre libri dell’autore: Le voci del bosco, Cani camosci, cuculi (e un corvo), e Nel legno e nella pietra, ma in realtà, poi, i lettori hanno spaziato a tutto campo prendendo spunto da molte altre opere dell’autore. La discussione non è stata facile perchè le pagine di Mauro Corona suscitano sentimenti “forti”, creando subito fazioni opposte tra grandi estimatori da un lato e severi critici dall’altro, e ancora tra persone che amano molto le sue prime opere e non si ritrovano nella sua ultima produzione e chi ama solo i suoi romanzi. Forse il libro che ha raccolto più consensi, superando molti pareri discordi è “Le voci del bosco”.
” Quello che conta veramente sono le emozioni ….”
Quando ci si confronta su un libro spesso non si conosce l’autore e comunque se l’abbiamo visto su qualche copertina o di persona passa in secondo piano, ma quando abbiamo parlato dei libri di Mauro Corona non abbiamo potuto evitare di parlare di lui, delle sue contraddizioni, del suo anticonformismo a volte irritante, del suo essere schietto e sincero che taglia in due, di quando lo avvicini per una dedica, con soggezione, perchè non si sa mai come ti può trattare. Abbiamo parlato dell’inferno della sua vita prima di diventare famoso alpinista e apprezzato scultore ligneo, di come sia diventato scrittore quasi per caso …. ed ecco che finalmente i vari aspetti della sua vita si fondono perchè come dice lui: “scrivere è come scolpire, arrampicare, vivere”.
Secondo me si dovrebbe leggere Mauro Corona senza mai dimenticarsi di almeno tre cose:
– che i luoghi e la gente che racconta sono proprio così: tutto è difficile, duro, conquistato con fatica e tante disgrazie, che Erto è sempre stata una realtà a sè stante;
– che la tragedia del Vajont ha distrutto la cultura di quei luoghi, smembrata, come ha smembrato l’anima delle persone;
– che vuol raccontare gli ultimi della sua terra perchè restino nella storia.
E infatti racconta di montanari, bracconieri, ubriaconi, gente comune, umile ma vera, e la sua storia si intreccia, a volte si confonde, con quella dei suoi personaggi.
Se nelle sue sculture ci mette l’anima, l’amore, il lavoro, il dolore, le angosce delle persone, nei suoi scritti non è da meno.
E anche se mi convince che molti dei suoi amici-personaggi hanno vissuto seguendo principalmente tre regole: bere, bestemmiare e trattare male le donne, io trovo anche tanta delicatezza, sensibilità, amore per le persone, rispetto per la natura e gli animali.
E poi, alla fine, “quello che conta veramente sono le emozioni che lasciamo”.