Il Grande Gatsby
I Gruppi di lettura dell’Ora del Tè, quest’anno si avventurano nella lettura di un classico della narrativa americana: “Il grande Gatsby”.
Facciamo rimbalzare da questa pagina del Blog un po’ di spunti che Sally Spector ha proposto ai lettori e alle lettrici dei Gruppi di Lettura, per riflettere insieme su questo classico che fa parte ormai della nostra memoria collettiva (anche cinematografica), ma che forse non tutti hanno avuto occasione di leggere.
Dalla introduzione di Sally Spector:
- F. Scott Fitzgerald (1896-1940) è associato ai famosi “anni venti” e lui stesso ha coniato la frase “The jazz age” (l’età del jazz) per questa decade. Fitzgerald voleva fare un ritratto del suo tempo ed è riconosciuto come un maestro nell’osservare e descrivere il comportamento della gente, le loro maniere sociali, i desideri e i valori. Ma, vi chiedo, possiamo per questo considerare “ Il grande Gatsby” un romanzo storico?
- Quasi tutte le opere di Fitzgerald trattano di persone ricche, spensierate, senza responsabilità e anche lui stesso è spesso considerato un rappresentante di quella società. Se prendiamo il narratore (Nick) come la voce dell’autore, come possiamo interpretare il suo giudizio morale e sociale?
- I suoi personaggi ci coinvolgono ancor oggi? Sono credibili come persone reali? Riescono a rappresentare caratteri universali della nostra umanità? Sentiamo simpatia, sdegno, rispetto, curiosità per qualcuno in particolare?
- Se prendiamo alcune parole come solitudine, irrequietezza, onestà, innocenza, amore e le applichiamo al romanzo, che cosa ci possono suggerire?
- Leggiamo “Gatsby” in italiano, vi sembra possibile parlare lo stesso dello stile di Fitzgerald? Non è facile tradurre le sue opere senza perdere un po’ della ricchezza del suo stile, ma ci proviamo lo stesso!
Programma 2011-2012 dei Gruppi di Lettura della Biblioteca Comunale di Spinea:
https://www.biblioteca-spinea.it/index.php?it/157/lora-del-t
E’ una malattia e ne sono affetto: scrivere qualche appunto dopo aver letto un libro o aver visto un film, sempreché abbiano stimolato. Gli appunti sul Grande Gatsby serviranno forse a togliere la sorpresa al gruppo 1 che lo “affronterà” + avanti.
1) Fitzgerald più che fare un “ritratto del suo tempo” ha fotografato una cerchia di gente di cui faceva parte o di cui ha voluto far parte (v/ biografia), una certa America. Dunque non un romanzo storico. C’è per me l’insostenibile leggerezza di vite vacue, il nulla fare dei ricchi (té e biscottini e piluccare corpi diversi)
2) Il narratore del libro non sembra dare un “giudizio morale e sociale” del suo ambiente intorno, almeno non apertamente, pare voglia essere asettico e imparziale ma, va da sé, le descrizioni (di cui il libro è ricco, come è ricco di buona scrittura, qui è il valore del libro) fanno trarre giudizi a noi lettori (in basso riporto alcune frasi testuali).
3) Assolutamente poco credibile il personaggio del protagonista, Gatsby è costruito da Fitzgerald, ma è vuoto, ciò che gli succede intorno è protagonista (le feste a cui accedono quelli che vivono del suo sfarzo). Spero non siano “caratteri universali della nostra umanità” quanto è raccontato, o forse sì?
4) Il libro non mi suggerisce emozioni, un velo di tristezza appena, per quella luce verde tanto attesa, inseguita e poi piccola come appaiono le cose tanto attese.
Le frasi testuali. Pg. 124: La colossale vitalità dell’illusione di lui. Essa aveva trasceso Daisy, aveva trasceso tutto. Gatsby vi si era gettato dentro con una passione creativa, aggiungendovi continuamente qlcsa., adornandola… Nessuna freschezza può sfidare quello che un uomo accumula nel suo cuore fantasma. Pg. 217: Erano persone sventate Tom e Daisy, distruggevano cose e creature poi si ritraevano nei loro soldi e lasciavano altri a ripulire il macello… Pg. 218: Ricevimenti brillanti abbaglianti… la festa era finita. Gatsby credeva nella luce verde, nel futuro orgasmico che anno dopo anno si ritrae davanti a noi. Il sogno è alle spalle. Stenderemo le braccia più in là … remare barche contro corrente … e un bel mattino (triste, la vita il tempo il futuro che se ne vanno).
Leggerà qualcuno, boh!? Ma scrivere serve soprattutto a nnss.