Indovinate l’autore e il titolo di questo romanzo storico, pubblicato verso la fine del secolo scorso da uno scrittore italiano, morto nel 2012? Come al solito, non sono stati riportati i nomi propri dei personaggi; i dati forniti sono però esatti e nessun elemento del contenuto è stato alterato.
Siamo a Lisbona nel 1938, nel pieno del regime dittatoriale di Salazar.
Il protagonista è un giornalista che ha abbandonato le rubriche di cronaca nera per curare la pagina culturale di un quotidiano del pomeriggio della città. Personaggio del tutto mediocre, è un uomo quieto, senza idee o posizioni politiche, dedito solo alla letteratura – soprattutto quella francese – e al ricordo di sua moglie, morta da qualche anno di tubercolosi, al cui ritratto continua a parlare ogni giorno. Oltre a essere vedovo, egli è anche cardiopatico, sovrappeso e abitudinario: per esempio, si reca quotidianamente a fare colazione al medesimo caffè, ordinando sempre le stesse cose (omelette e limonata). Mai una variazione, mai lo slancio di una novità o un gesto diverso dalla banale consuetudine.
Un giorno, dopo aver letto un interessante articolo di una rivista, decide di contattarne l’autore per offrirgli un posto come collaboratore esterno della pagina culturale del giornale da lui curata. L’autore è un giovane di origini italiane, che accetta con un certo entusiasmo. Il protagonista lo prende così in prova, proponendogli di scrivere dei necrologi anticipati di personaggi celebri ancora in vita (chiamati “coccodrilli” nel gergo giornalistico), in modo che siano subito pronti in caso di morte improvvisa del soggetto. Il giovane, tuttavia, invece di scrivere necrologi degli autori indicati, ne scrive altri, come quello di Gabriele d’Annunzio, di cui attacca con ferocia l’adesione al fascismo. Questi necrologi però vengono giudicati impubblicabili, perché, a causa del contenuto fortemente politico e, in qualche modo, avverso al regime, sarebbero scomodi e facilmente censurabili, se non addirittura pericolosi. Ma in realtà il giornalista, vedendo le difficoltà del giovane – che è influenzato anche dallo spirito rivoluzionario della fidanzata – è combattuto tra il desiderio di aiutarlo e quello di non essere coinvolto in questioni politiche che potrebbero causargli dei problemi.
Poco tempo dopo egli viene a conoscere il medico direttore della clinica talassoterapica dove il si reca per curare la cardiopatia, il quale che gli confida il proposito di abbandonare il Portogallo per la Francia, paese ideale di libertà. A sua volta il giornalista gli espone il senso di inquietudine che prova da qualche tempo, e il medico gli illustra una teoria sulla confederazione delle anime. Secondo l’ipotesi di alcuni psicologi francesi, infatti, ogni persona non ha una sola anima, ma una confederazione di anime su cui una sola è dominante, dando luogo ad un io egemone. Talvolta può accadere che una nuova anima (un nuovo io egemone) prenda il sopravvento, determinando così una vera e propria metamorfosi; l’inquietudine del giornalista potrebbe essere quindi il preludio di un grande cambiamento.
Intanto, a poco a poco, si afferma in lui la consapevolezza della realtà del regime in cui vive: le violenze, il clima di intimidazione, la pesante censura a cui è sottoposta la stampa. Tutte condizioni cui non aveva fatto caso fino ad allora, isolato com’era dalla vita reale, concentrato solo sul pensiero della moglie, sulla letteratura e sulla paura della morte. A portarlo a contatto con al dura realtà è soprattutto la vicenda del giovane italiano assunto come collaboratore al giornale: ricercato dalle autorità per aver creato dei passaporti falsi, dopo aver trovato rifugio nella casa del giornalista, proprio qui verrà interrogato e ucciso da due loschi individui che si dichiarano uomini della polizia politica.
Da questo orrendo delitto il giornalista trarrà la forza per agire: con un trucco azzardato e grazie alla complicità del medico suo amico (disposto a fingersi un comandante della censura che dà il suo consenso quando lui gli telefonerà dalla redazione) riesce a far pubblicare sul giornale quello che è insieme il necrologio del giovane e una denuncia verso il regime, costruita con sottile e sapiente ironia. Poi fugge dal Portogallo. L’intellettuale abitudinario e pigro è diventato, quindi, un impegnato oppositore della dittatura. La metamorfosi è compiuta. Il protagonista non è un più antieroe, ma un uomo consapevole e determinato, che arriva a rischiare la vita in un gesto di “eroismo” e di ribellione. E in questo modo trova un importante momento di riscatto.
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