Siamo alla QUINTA puntata del racconto da continuare e inventare in modo autonomo. Per vedere la puntata precedente, clicca qui. Per vedere le istruzioni del gioco vai alla prima puntata.
Certa Ines, ex cognata di qualcuno, e certa Katya, ex segretaria di qualche altro, gli chiesero se per favore scattava loro un’istantanea mentre giocavano al pallone tra le onde. Accondiscese, ma siccome intanto aveva elaborato una teoria contro le istantanee, si premurò di comunicarla alle due amiche: – Cosa vi spinge, ragazze, a prelevare dalla mobile continuità della vostra giornata queste fette temporali dello spessore d’un secondo? Lanciandovi il pallone vivete nel presente, ma appena la scansione dei fotogrammi si insinua tra i vostri gesti non è più il piacere del gioco a muovervi ma quello di rivedervi nel futuro, di ritrovarvi tra vent’anni su di un cartoncino ingiallito (sentimentalmente ingiallito , anche se i procedimenti di fissaggio moderni lo preserveranno inalterato). Il gusto della foto spontanea naturale colta dal vivo uccide la spontaneità, allontana il presente. La realtà fotografata assume subito un carattere nostalgico, di gioia fuggita sull’ala del tempo, un carattere commemorativo, anche se è una foto dell’altro ieri. E la vita che vivete per fotografarla è già in partenza commemorazione di se stessa. Credere più vera l’istantanea che il ritratto in posa è un pregiudizio… Così dicendo Natalino saltellava in mare attorno alle due amiche per mettere a fuoco i movimenti del gioco ed escludere dall’inquadratura gli abbaglianti riflessi del sole sull’acqua. In una zuffa per il pallone Ines che si slanciava sull’altra già sommersa fu colta col sedere in primo piano volante sulle onde. Natalino per non perdere questo scorcio s’era buttato riverso nell’acqua tenendo sollevata la macchina e mancò poco annegasse. – Sono venute tutte benissimo, e questa poi è stupenda, – commentarono qualche giorno dopo, strappandosi di mano i provini. Gli avevano dato appuntamento nel negozio del fotografo . – Sei bravo , devi farcene delle altre. Natalino era giunto alla conclusione che occorreva ritornare ai personaggi in posa, in atteggiamenti rappresentativi della loro situazione sociale e del loro carattere, come nell’Ottocento. La sua polemica antifotografica poteva essere condotta solo dall’interno della scatola nera, contrapponendo fotografia a fotografia. -Mi piacerebbe avere una di quelle vecchie macchine a soffietto, – disse alle amiche, – montate su un treppiede. Credete che se ne trovino ancora? – Mah, forse da qualche rigattiere… – Andiamo a cercare.
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