Grande affluenza di pubblico in biblioteca la sera di giovedì 16 ottobre, in occasione dell’incontro con Stefano Cosmo del Collettivo Sabot , che nella sala del’Emeroteca ha presentato il suo Padre Nostro, scritto in collaborazione con Piergiorgio Pulixi e Ciro Auriemma. L’evento era organizzato dall’Associazione Amici della Biblioteca , che ha anche inserito il libro fra i titoli in programma per l’annata 2014/15 del Gruppo di lettura L’Italia in giallo. Dopo il saluto dell’assessora Loredana Mainardi ed una breve presentazione di Carlo Marchiori, Stefano ha dato il via alla sua esposizione, raccontando delle ricerche e delle indagini che hanno portato alla raccolta del ricchissimo materiale documentario all’origine del libro, illustrando poi, con dovizia di particolari e perfetta padronanza dell’argomento, la cruda realtà del narcotraffico a partire dai cartelli colombiani del secolo scorso, fino alla situazione attuale, in cui si assiste all’estendersi di una rete di complicità, collaborazioni, correlazioni di incredibile spessore e complessità, dove sono coinvolti anche settori commerciali, finanziari, istituzionali e sociali apparentemente lontanissimi e ritenuti del tutto estranei alla malavita.

Come dire che, anche contro la nostra volontà e probabilmente senza la nostra piena consapevolezza, il problema ci riguarda tutti molto da vicino.
Non mi soffermerò oltre sull’argomento, o sull’opera, né sullo scrittore: se qualcuno volesse saperne di più, può trovare in questo steso blog altri articoli e interviste che ne danno ampiamente notizia. Dirò soltanto che Stefano, con il suo intervento, è riuscito a calamitare l’attenzione di pubblico, in un crescendo di silenziosa e sentita partecipazione, via via che le notizie, talvolta inaspettate e sempre inquietanti, si dipanavano provocando stupore, orrore, preoccupazione. Insomma, è stata una serata di informazione e riflessione, imperniata su temi forti, di estremo interesse e di coinvolgimento collettivo.
Non sono mancati , tuttavia, diversi momenti di distensione, grazie alla simpatia e alla costante gradevolezza dell’eloquio del nostro ospite, eloquio sempre brillante, ma divenuto ancora più frizzante ed ironico quando Stefano è passato a raccontare l’esperienza del Collettivo, il rapporto con i “colleghi”, le difficoltà della scrittura a sei mani, aggravata dal fatto che i tre autori sono residenti in luoghi molto lontani l’uno dall’altro. Ma la voglia di continuare a indagare, a scrivere, ad impegnarsi in questo modo per una battaglia sociale e civile rimane per lui preponderante ed imprescindibile. Accanto alla dilagante simpatia e alla indiscutibile competenza, un’altra caratteristica emerge infatti con la massima evidenza conoscendo Stefano Cosmo, ed è passione. Una la grande, grandissima passione per tutto quello che fa e che lo porterà, spero, a regalarci tanti altri libri belli e accattivanti come Padre Nostro.
Daniela Palamidese