ALLA SCOPERTA DI JANE AUSTEN

200 anni e non sentirli

I libri di Jane Austen sembrano non risentire del tempo che passa. Nessuna ragnatela, niente polvere sulle sue pagine che continuano ad appassionare lettori e lettrici in tutto il mondo.

Jane Austen è, ai giorni nostri, la scrittrice più famosa, universalmente amata e acclamata del canone letterario in inglese. Rappresenta, infatti, un fenomeno di risonanza e diffusione internazionali, parte integrante della letteratura nell’età globale, anche se non è sempre conosciuta tramite le sue opere, quanto piuttosto grazie a varie forme di “rimediazione”, tra cui gli adattamenti televisivi e cinematografici.

Per chi ancora non lo sapesse, ricordiamo che esiste addirittura una Associazione culturale dedicata a Jane Austen che ha sedi in tantissimi paesi.
La sezione italiana “Jane Austen Society of Italy JASIT ha un sito molto interessante, che vi invitiamo a consultare, con tantissime notizie e approfondimenti. La sezione cura, inoltre, una pagina Facebook e una rivista quadrimestrale.

Leggere Austen con Diego Saglia

Un’ottima guida per incontrare e conoscere da vicino la Austen, è il libro di Diego Saglia “Leggere Austen“.

Saglia insegna letteratura inglese all’Università di Parma ed è tra i massimi esperti dell’opera dell’autrice.
Il libro esplora la produzione narrativa dell’autrice in relazione al contesto biografico, letterario e storico-culturale, nonché attraverso le molteplici ramificazioni del suo universo di trame, temi e personaggi.
Il saggio nasce da una ricerca competente e da una profonda conoscenza dell’autrice, ma non è riservato agli “addetti ai lavori”, piuttosto ha la qualità di introdurci nel suo mondo e di farci apprezzare il suo grande talento.

Saglia si interroga, a tutto campo,  sul “fenomeno Austen” che va decisamente oltre le opere che lei ci ha lasciato:

I romanzi di Jane Austen servono di più a fuggire dal mondo in cui ci troviamo o a capirlo meglio?
Abbiamo nostalgia di quel mondo? Siamo sicuri che sia così rassicurante?
Possiamo parlare di Jane Austen come di una proto-femminista?

Ascolta l’intervista di Fahrenheit a Diego Saglia.

Un piccolo mondo universale

Jane Austen nacque nel 1775 a Steventon, un villaggio dello Hampshire dove il padre era il pastore della chiesa, e morì nel 1817, all’età di 42 anni, dopo aver scritto sei romanzi, iniziati intorno ai vent’anni, ma pubblicati solo a partire dal 1811.

Austen visse in un’epoca e in uno strato sociale in cui, in mancanza di altri intrattenimenti, la conversazione, gli incontri, le passeggiate in compagnia, le visite agli amici e ai vicini di casa erano la parte più importante della vita quotidiana.
Dell’opera di Austen, Virginia Woolf scrisse:

“Qualunque cosa lei scriva è compiuta e perfetta e calibrata. […] Il genio di Austen è libero e attivo. […] Ma di che cosa è fatto tutto questo? Di un ballo in una città di provincia; di poche coppie che si incontrano e si sfiorano le mani in un salotto; di mangiare e di bere; e, al sommo della catastrofe, di un giovanotto trascurato da una ragazza e trattato gentilmente da un’altra. Non c’è tragedia, non c’è eroismo. Ma, per qualche ragione, la piccola scena ci sta commuovendo in modo del tutto sproporzionato rispetto alla sua apparenza compassata. […] Jane Austen è padrona di emozioni ben più profonde di quanto appaia in superficie: ci guida a immaginare quello che non dice. In lei vi sono tutte le qualità perenni della letteratura.”

L’occhio di Jane sulla tazza di tè

Pietro Citati scrive:

“Il suo occhio sta, inafferrabile, levato altissimo sopra il racconto, e insieme si china su ogni tazza di tè e ogni ricamo: la sua mente alterna freddezze geometriche e tenerezze profondissime: è robusta e squisitamente delicata: nessuna è più artificiosa di lei e nessuna ci lascia conoscere così il privilegio della completa naturalezza: è ironica e musicale: svela come il mondo non sia che vane superfici e ama soltanto le superfici: costruisce grandi architetture e confessa di lavorare soltanto su «un pezzettino di avorio largo due pollici», con un pennello che non potrebbe essere più sottile.”

articolo completo on-line su JASIT

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