La prima edizione della Maratona di lettura #ilvenetolegge 2017 ci propone di riscoprire scrittori veneti o libri che raccontano città e luoghi del Veneto.
Per l’occasione i Gruppi di Lettura della Biblioteca hanno scelto di riscoprire il poeta e scrittore Josif Brodskij. Chi meglio di lui ha saputo darci uno sguardo intenso e penetrante per vedere Venezia?
Venezia nelle pagine di un grande poeta
«Avrò sbagliato a non nascere qui» ha scritto Iosif Brodskij in “Fondamenta degli incurabili“.
«Salvo due o tre eccezioni, dovute ad attacchi di cuore o ad analoghe emergenze, a Natale o poco prima mi sono affacciato ogni anno da un treno/aereoplano/vaporetto/pullman e ho trascinato le mie valigie, cariche di libri e macchine per scrivere, fino alla soglia di questo o quell’albergo, di questo o quell’appartamento».
Il poeta, nato a San Pietroburgo nel 1940 (all’epoca Leningrado), dopo essere stato condannato per “parassitismo” a cinque anni di lavori forzati, è stato espulso dal suo paese. Insegnerà in diverse università americane, ottenendo la cittadinanza statunitense nel 1977. Non smetterà mai di visitare Venezia nel suo periodo dell’anno preferito: l’inverno dal forte odore di alghe congelate.
Acqua
“Ripeto: acqua è uguale a tempo, e l’acqua offre alla bellezza il suo doppio. Noi, fatti in parte d’acqua, serviamo alla bellezza allo stesso modo. Toccando l’acqua, questa città migliora l’aspetto del tempo, abbellisce il futuro. Ecco la funzione di questa città nell’universo. Perché la città è statica mentre noi siamo in movimento. La lacrima ne è la dimostrazione. Perché noi andiamo e la bellezza resta. Perché noi siamo diretti verso il futuro mentre la bellezza è l’eterno presente. La lacrima è una regressione, un omaggio del futuro al passato. Ovvero è ciò che rimane sottraendo qualcosa di superiore a qualcosa di inferiore: la bellezza all’uomo. Lo stesso vale per l’amore, perché anche l’amore è superiore, anch’esso è più grande di chi ama.” (p.108)
Occhio
“Perché questa (Venezia) è la città dell’occhio: le altre facoltà vengono in seconda linea, e molto distanziate.” (pp. 27-28)
Facciate veneziane
«Il pizzo verticale delle facciate veneziane è il più bel disegno che il tempo-alias-acqua abbia lasciato sulla terraferma, in qualsiasi parte del globo»
Per approfondire :
- Segnaliamo nella collana Città letterarie della Unicopli, “Venezia. Nel labirinto di Brodskij e altri irregolari” di Pasquale Di Palmo, Unicopli, Milano 2017 – Recensione in L’indice dei libri del mese, agosto 2017.
- Gli articoli su Josif Brodskji in carte sensibili “testimonianze della bellezza“.