L’occasione di leggere “Moby Dick” è venuta dal progetto Un anno vissuto letterariamente.
Margherita Ruo, content creator, instagrammer, bookinfluencer, per i frequentatori di Instagram meglio conosciuta come cantodellapianura, ci ha infatti proposto “Moby Dick” di Herman Melville – “un libro che un GdL non può NON leggere”.
Davanti a Moby Dick inutile negare un po’ di soggezione. Nonostante tutte le paure, i gruppi di lettura si sono avventurati in mare aperto a bordo del Pequod. C’è chi era preoccupato nell’affrontare un’opera così impegnativa (anche per numero di pagine), e chi pensava fosse ormai passata di moda, ma alla fine tutti sono rimasti contenti di aver riscoperto questo grande classico della letteratura.
La prima cosa emersa nei gruppi, è il confronto con le diverse traduzioni. Non avevavmo letto tutti la stessa traduzione e ci siamo accorti delle sensibili differenze. Esistono più di 12 versioni italiane del testo. Famosissima e molto interessante la traduzione di Cesare Pavese del 1930. Ci sono traduzioni che cercano di aiutare il lettore agevolandolo nella scelta dei termini e nello stile, e traduzioni che cercano di ri-creare l’opera letteraria cercando lo stile originale dell’epoca.
… Un equipaggio simile, e con simili ufficiali, pareva scelto e assortito apposta da qualche fato diabolico per aiutare Achab nella sua vendetta maniaca. Come mai rispondessero tanto alla rabbia del vecchio, quale incantesimo malvagio si fosse impossessato delle loro anime, tanto che a volte quell’odio pareva quasi un loro odio e la balena bianca un nemico che anche loro non potevano soffrire; come mai fu possibile tutto questo, e ciò che era per loro la balena, e perché anche nel loro inconscio la bestia poté presentarsi in qualche modo misterioso e insospettato come il gran demonio che scivola per i mari della vita, per spiegare tutto questo bisognerebbe tuffarsi più a fondo di quanto non sa fare Ismaele
Nelle conversazioni sono emerse subito le due figure di Achab e della Balena e il tema del male che è stato collegato alla figura del comandante più che alla creatura mostruosa degli oceani. Achab ha evocato immagini proprie dei regimi totalitari, una presunzione assolutà di poter sradicare il male, visto solo come un antagonista esterno.
La “monomania” del comandante viene sviluppata molto bene da Melville. Il periodo in cui scrive è lo stesso in cui nasce la psicologia. Attraverso i personaggi Melville riesce a descrivere le sfumature dell’animo umano.
L’ossessione del male
Per chi volesse continuare la riflessione, nei gruppi è stata segnalata la trasmissione “Uomini e profeti” che ha dedicato 4 puntate proprio a Moby Dick.
Il personaggio più bello?
Naturalmente Queequeg! Ha conquistato tutti/e.
La traduzione francese di Jean Giono
E’ stato pubblicato nel 2020 da Guanda il romanzo “Melville” di Jean Giono.
L’autore ripercorre il periodo in cui Melville è stato a Londra (1849) immaginando quali eventi abbiano ispirato la stesura di Moby Dick.
Giono ha lavorato alla traduzione francese negli stessi anni in cui Pavese traduceva Moby Dick in italiano.