APPUNTI DI VIAGGIO DAI GRUPPI DI LETTURA

A settembre nuove energie e voglia di riprendere le attività. Desiderio di rivedersi e riprendere gli incontri dei gruppi di lettura.

Il gruppo di lettura online in collaborazione con l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti è stato il primo a ripartire discutendo “L’Arminuta”.

Il gruppo di lettura online ha compiuto il suo primo anno, ma ha già ascoltato e discusso molti libri. Il fatto di essere online consente di rendere vicine anche persone che vivono in luoghi diversi e supera molte barriere. Questo gruppo di lettura ha una qualità particolare, quella dell’ascolto dei libri che vengono discussi. L’audiolibro restituisce il testo con la voce, dunque un avvicinamento particolare al testo che è bello approfondire.

Ecco i titoli discussi:

La ballata di Adam Henry” di McEwan

Un’Odissea. Un padre, un figlio e un’epopea” di Daniel Mendelsohn

Rosa candida” di Auður Ava Ólafsdóttir

Oliva Denaro” di Viola Ardone

Il barone rampante” di Italo Calvino

La leggenda del santo bevitore” di Joseph Roth

Mi limitavo ad amare te” Rosella Postorino

Con i gruppi di lettura Blu, Rosso e Verde abbiamo concluso a settembre il ciclo delle letture dell’anno in attesa del Book Contest per scegliere i nuovi libri da discutere per il 2024-2025.

Il Barone rampante” di Calvino quest’anno è stato discusso per ultimo dal gruppo BLU. Una rilettura o prima lettura che ha interessato molti/e.

Calvino sorprende sempre.

Il riferimento alla vita tra gli alberi ha suscitato molto interesse. Negli anni trenta i ragazzi americani si sfidavano a restare più a lungo possibile tra gli alberi e fu proprio uno di loro a ispirare Calvino (Sal Scarpitta restò in cima per 602 ore). L’albero rappresenta un altro luogo, un luogo di distacco, ma non di fuga e nello stesso tempo l’albero è un vivente da proteggere.
Romanzo filosofico, di avventura, di formazione, ma anche una fiaba allegorica.

Ha colpito il fatto che fosse proprio il fratello a raccontare la storia di Cosimo, ma alla fine è rimasto il dubbio di non sapere esattamente cosa pensasse. O forse entrambi sono la stessa persona, Calvino parla di se stesso sdoppiandosi nella narrazione.

La leggenda del santo bevitore” di Joseph Roth è stato discusso per ultimo dal gruppo Rosso.

Segnaliamo una edizione particolare, quella dell’editore inTransito con le tavole di Farns Masereel e traduzione di Daniela Idra.

In appendice riporta estratti della corrispondenza di Stefan Zweig. “Amsterdam 3 giugno 1939 – Caro signor Zweig! Torno appena adesso da Parigi e dal funerale di Joseph Roth. Avrei voluto scriverle già da lì, ma non ce l’ho fatta. Ho raccolto tutto quanto ho potuto trovare come manoscritti nella sua camera d’albergo. Toth aveva consegnato una buona parte delle sue carte alla proprietaria del caffè Tournon che le ha conservate sotto il bancone, tra le sigarette e le bottiglie di schnaps… L’ultimo libro di Roth, La leggenda del santo bevitore, è proprio ora in stampa e uscirà entro due settimane. Fa parte, secondo me, delle più belle opere che Roth abbia scritto. Me l’aveva mandata poco prima di morire.”

Il libro ha suscitato nei gruppi un ampio dibattito e anche alcune difficoltà di lettura. La leggenda del santo bevitore non è semplicemente la storia di Andreas Kartak, clochard che vive sotto i ponti, ma una storia di storie in cui ciascuno/ciascuna può ritrovare aspetti della propria storia. L’alcolismo è presente nella storia, ma non ne è l’unica chiave interpretativa. Tutte le occasioni “mancate” in cui Andreas incorre rappresentano tante situazioni della vita, le opportunità che ciascuno/a coglie o lascia lungo la strada della vita. Il libro indaga l’animo umano e sembra un testamento, quasi l’auto-assoluzione dell’autore.
Interessante riferimento al commento di Magris nel libro “Lontano da dove”.

Donne e destino

“Donna e destino” è stato uno dei temi proposti dalle nostri lettrici e dai nostri lettori che abbiamo affrontato lungo quest’anno con le nostre letture.

Di donne ne abbiamo incontrate diverse nel libro Oliva Denaro di Viola Ardone discusso in questi ultimi mesi.
Oliva, la protagonista, è stata ammirata per il suo coraggio, la sua forza e determinazione nel combattere per la propria libertà e per quella di tutte le donne. La madre, che rappresenta la tradizione storico culturale dell’Italia degli anni ’60, è stata un po’ meno osannata ma le si è riconosciuto l’importante cambio di prospettiva maturato grazie all’influsso positivo che la figlia ha avuto su di lei facendo di fatto ragionare tutti i membri della famiglia.

Un’altra donna su cui si è soffermata l’attenzione del gruppo è stata la maestra Rosaria: lei che forse ha ispirato la determinazione di Oliva, fa emergere l’importanza del ruolo educativo che la scuola riveste anche rispetto all’essere donna, libera e rispettata.

Un libro che ci ha permesso di riflettere molto anche sulla condizione della donna oggi e su quanto la lotta per l’emancipazione sia un percorso ancora lungo.
Un pensiero, inevitabile e forse amplificato anche dalle recenti vicende avvenute a pochi passi da noi, è andato a tutte quelle donne di ieri e di oggi che non hanno potuto ribellarsi come ha fatto Oliva.

Spesso la letteratura ci viene in soccorso anche per affrontare tematiche attuali che risuonano frequentemente nelle pagine dei telegiornali e dei giornali.

Storie migranti

“Storie migranti” è stato un altro filone di interesse emerso durante il book contest e noi ce ne siamo avvicinati attraverso il libro Io Khaled vendo uomini e sono innocente di Francesca Mannocchi.

A metà tra il romanzo e il saggio giornalistico, queste pagine ci hanno fatto vedere la questione dei migranti da un punto di vista insolito ossia attraverso gli occhi di uno degli “ingranaggi” della catena del terribile business del commercio dei migranti della Libia.

Di fronte a queste pagine i lettori si sono divisi: se da un lato leggere le atrocità di questo agghiacciante sistema è stato un pugno nello stomaco e non è stata ammessa alcuna giustificazione nei confronti del protagonista del libro, dall’altra qualcuno ha tentato di comprendere e dare una spiegazione alle assurde contraddizioni che caratterizzano la situazione di Khaled suscitando una certa tenerezza e pena nei suoi confronti in quanto usurpato della propria dignità e dei legami a lui più cari come ad esempio l’affetto della madre.

Un libro forte che ha mostrato le molte sfaccettature dell’immigrazione clandestina e che ci ha fatto pensare sulla doppia prospettiva di questo dramma sociale che riguarda molti esseri umani non troppo lontani da noi.

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