Il corso
Si è concluso lunedì 4 novembre il ciclo di incontri tenuto dal maestro Ezio Mabilia per l’edizione 2013 di Curiosando dentro la musica, una delle numerose iniziative culturali promosse dalla Biblioteca di Spinea con la collaborazione dell’Associazione Amici della Biblioteca. Quest’anno il corso prevedeva la trattazione di un argomento suggestivo, ma anche in un certo senso difficile e sfuggente: Il compiacimento nell’ascolto musicale. Non è semplice, infatti, definire e spiegare in che cosa consista il piacere dell’ascolto, come in generale multiforme e differenziata può essere la fruizione dell’opera d’arte, a qualsiasi genere questa appartenga. Il fatto è che esistono diverse modalità di gratificazione estetica, così come esistono diversi livelli di approccio, da quello estemporaneo ed “ingenuo”, a quello supportato da specifiche conoscenze tecniche e riscontri culturali. E così il compiacimento può essere istintivo ed immediato, oppure arricchito dal sapore della conoscenza ed riconoscimento; senza dimenticare che un ruolo determinante è poi riservato al gusto personale, al vissuto individuale, alla condizione particolare del momento, insomma tutta la complessità di variabili soggettive che costituiscono l’enciclopedia mentale di ciascun fruitore.
E le diverse modalità sono tutte legittime, corrette, giustificate; non c’è nessuna regola, nessuna prescrizione, come nessuna inibizione. Il maestro Mabilia (che non occorre qui presentare, perché è già ben noto al pubblico di Spinea, e non solo), nel corso delle sue lezioni, ci ha tenuto più volte chiarirlo, precisando che le nozioni da lui fornite volevano porsi “solo” come proposta di approfondimento e occasione di ulteriore soddisfazione estetica. Il corso aveva infatti l’obiettivo di affinare la sensibilità percettiva degli ascoltatori educandoli a riconoscere la struttura formale del discorso musicale, affinché di un brano non siano sentiti e seguiti soltanto il suono in sé, o il ritmo o gli aspetti melodici ma l’ascolto venga orientato alla comprensione del modo e della forma in cui quel brano si suddivide e si articola nelle sue parti, individuando le relazioni tra le frasi musicali, le partizioni strutturali, le caratteristiche degli elementi sonori. Percezione, riconoscimento, attesa: queste possono essere in sintesi le fasi di un ascolto consapevole, in cui l’ascoltatore in qualche modo “esperto” è coinvolto in prima persona e trova le ragioni del compiacimento proprio nella partecipazione attiva, nell’interazione con le caratteristiche del discorso musicale, colte via via che queste si esplicano nello snodarsi dell’esecuzione. Imparare a cogliere la sottigliezza delle sfumature formali e saper organizzare l’approccio all’opera secondo una precisa “costruzione”, che non è casuale, ma frutto di un processo progettuale organico è un’esperienza formativa, che potenzialmente contribuisce ad affinare tutta la personalità del fruitore.
Le lezioni hanno visto dunque alternarsi momenti dedicati alla spiegazione e intermezzi esemplificativi basati sull’ascolto di brani registrati o suonati dal vivo al pianoforte. Un discorso particolare a questo proposito merita l’ultimo incontro (4 novembre 2013) perché la lezione è stata arricchita dalla presenza di un prestigioso violinista, Giovanni Guglielmo, legato a Mabilia da lunghi rapporti di collaborazione e di amicizia. Sin dal 1968 infatti essi costituiscono un Duo che svolge attività concertistica in Italia e in Europa presso importanti Enti ed Istituzioni musicali.
Il maestro Guglielmo, diplomato al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, ha studiato con i maestri Ettore Bonelli e Luigi Ferro e nel 1962 ha ottenuto il primo premio assoluto al Concorso Nazionale di Violino Città di Vittorio Veneto. Membro del prestigioso complesso I Virtuosi di Roma e del Sestetto Chigiano, è fondatore di famosi gruppi cameristici quali L’Arte dell’Arco (per l’esecuzione di musiche antiche con strumenti originali) e I Solisti Filarmonici Italiani. È stato inoltre primo violino solista dell’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia e dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Come solista ha collaborato con direttori quali Sinopoli, Gracis, Pesko, Constant, Gelmetti, Sawallisch e con importanti orchestre sinfoniche, offrendo un repertorio che spazia in tutto l’arco della produzione violinistica, da Corelli ai contemporanei. A tutto ciò deve aggiungersi l’attività didattica (titolare della cattedra di violino nei Conservatori di Padova, Venezia e Vicenza, è stato direttore del Conservatorio di Vicenza e attualmente tiene corsi di perfezionamento in Italia e all’estero) e un intenso lavoro discografico ed editoriale di grandissimo rilievo, quale, ad esempio l’incisione integrale dei concerti per violino di Tartini.
Insieme i due musicisti, Mabilia e Guglielmo, hanno dunque illustrato alcuni concetti chiave trattati durante il corso, “duettando” simpaticamente e alternando le esecuzioni col racconto di qualche aneddoto o episodio curioso vissuto nell’arco di una lunga carriera. Vivaldi, Mozart, Bach, Haydn, Stravinskij...la lezione a poco a poco si è trasformata in un vero e proprio concerto, un piccolo evento che il pubblico, attentissimo, si è goduto fino in fondo, con profondo ed autentico…compiacimento.
Senza per questo sottovalutare e tantomeno negare l’ipotesi di un piacere diverso e più semplice, come ha precisato Ezio Mabilia con la sua consueta amabilità. Consueta perché, in effetti, quello che caratterizza sempre il suo stile nel presentare la materia sono la gentilezza, il garbo, la cortesia dei modi uniti all’arguzia di alcuni escamotage didattici, per cui, oltre la competenza e la finezza della prassi esecutiva (comunque fuori discussione), alla fine si impone e si fa apprezzare soprattutto l’uomo.
Il concerto d’organo
E non è finita qui. Infatti l’Associazione Amici della Biblioteca, sabato 9 novembre, ha messo in cantiere un epilogo davvero accattivante, seguendo la prassi ormai diventata tradizione di proporre (anche a persone esterne che vogliano aderire) alcune uscite collegate alle varie attività e iniziative della Biblioteca, nella valorizzazione di risorse ed occasioni artistiche e culturali presenti sul territori, che certo da questo punto di vista è una fonte ricchissima.
La meta questa volta era Venezia ed in particolare la chiesa e il complesso del Pio Ospedale della Pietà, ovvero l’orfanatrofio cittadino. La scelta si spiega con il fatto che l’edificio religioso è nato per essere non solo luogo di culto ma anche auditorium, dove per alcuni secoli si è esibito il coro formato dalle orfane, educate e dirette di volta in volta da famosi maestri, tra cui Antonio Vivaldi, detto il Prete Rosso non solo per il colore dei capelli, ma anche per l’abbigliamento, che si conformava alla divisa del personale e degli ospiti del Pio Istituto.
La chiesa conserva ancora l’antico organo costruito nel 1759 dal famoso organaio Pietro Nacchini (in realtà Petar Nakić, nato a Scardona, in quella Croazia che allora apparteneve alla Serenissima): è collocato in alto, nel vano centrale della cantoria di sinistra, mentre nei due vani laterali sorgono le canne mute, dovute soltanto a finalità estetiche. Il prospetto si presenta ad unica campata non piramidale, con i tromboncini alla base. La tastiera è unica e comprende cinquanta tasti in bosso; la pedaliera è di diciotto pedali corti; la trasmissione avviene a catenacciatura; diciannove i registri, tra i quali spiccano la voce umana, i flauti, l’ottavino, i contrabbassi e i tromboncini. Si tratta di uno strumento prezioso, restaurato nel secolo scorso, cui per l’occasione, e in via del tutto eccezionale, Ezio Mabilia ha potuto accedere, offrendo così ai partecipanti il regalo di un raffinato concerto, ulteriormente arricchito – a sorpresa – dalla presenza di una giovane allieva, che si esibita in un brano di Haydn. Sono stati presentati pezzi di autori barocchi, veneziani e di altra provenienza, alcuni notissimi anche al grande pubblico, altri oggi dimenticati o conosciuti solo agli esperti, ma insigniti di grande rinomanza e prestigio nella loro epoca. Ricordiamo il campano Domenico Zipoli (1675-?) e soprattutto Bernardo Pasquini (1636-1710), che, nonostante l’oblio in cui sono cadute oggi le sue opere, merita di essere considerato uno degli artisti più significativi del Seicento, attivo in ogni genere di musica strumentale e vocale.
Si è concluso così nel modo più piacevole un percorso formativo che era iniziato a Spinea il 30 settembre e che troverà – ce lo auguriamo – nuove vie e nuovi argomenti nel prossimo anno, grazie alle ulteriori proposte presentate con l’edizione 2014 di Curiosando dentro la musica.