Quella che state per leggere è una chicca: l’intervista che Roberto Zucchi ha acconsentito a rilasciare per gli amici del Gruppo di lettura L’Italia in Giallo. E ovviamente per tutti coloro che siano interessati a conoscere l’autore di Siderea Crimina, il giallo storico incentrato sulla figura di Galileo e sugli anni da questi trascorsi a Padova: i diciotto migliori anni della sua vita, come lo stesso scienziato ebbe a dichiarare.
Confermando la propria presenza in Biblioteca la sera di giovedì 27 marzo, quando si discuterà del suo libro, Zucchi non si è voluto sottrarre alle domande che in anteprima mi sono permessa di sottoporgli, in attesa di incontrarlo personalmente. Anzi si è prestato non soltanto a rispondere, ma anche a fornirmi poi chiarimenti e precisazioni con grande generosità. Rassegnandosi persino a “passarmi” una foto, nonostante la cosa non debba averlo entusiasmato troppo! Almeno, questa è stata l’impressione. Ma sono sicura che ha capito perfettamente come la richiesta sia stata motivata solo dall’apprezzamento e dalla simpatia. Gentilezza e disponibilità da parte sua non sono mai venuta meno, come avevo potuto constatare anche in precedenti contatti. Per la verità, si è trattato di un dialogo tutto virtuale, via mail, ma garantisco che le risposte sono assolutamente vere ed autentiche. In questo modo, ci è consentito sapere qualcosa di più di questo autore e avere un ulteriore criterio di lettura all’opera, nuovi spunti di riflessione e interpretazione. In seguito, coloro che vorranno intervenire all’appuntamento di fine mese avranno occasione di verificare e approfondire direttamente; ma anche chi non dovesse essere presente potrà trarne comunque qualche elemento interessante per il proprio individuale approccio al libro. Non mi sembra male, come prospettiva! Ma basta così. La parola a Roberto Zucchi.
Buongiorno all’autore di Siderea Crimina. In attesa di incontraci personalmente per discutere della sua opera, vorrebbe presentarsi brevemente al pubblico di Spinea?
Ho cinquantotto anni, sono sposato, senza figli. Sono nato a Modena ma ho vissuto sempre a Padova e lavorato a Padova e Mestre. Sono laureato in Scienze politiche e ho la passione dei viaggi.
Non vi è nato, ma risiede a Padova da sempre, per dirla con le sue parole. Evidentemente Padova le piace. Per quali ragioni?
Padova mi piace perché ha una dimensione “giusta” per garantire ancora una buona qualità della vita, offrendo tutti i servizi senza lo stress delle grandi città. Inoltre in meno di un’ora si è in montagna, al mare, sui colli, sul Po, a Venezia. Non è una cosa comune.
Lei è stato giornalista. Durante questa attività si è occupato di qualche settore o argomento particolare?
La mia carriera di giornalista si è svolta tutta all’interno del quotidiano Il Gazzettino. Prima a Padova, dove ho cominciato come cronista. Dopo l’incidente che mi ha costretto in carrozzina a ventisette anni sono diventato vicecapo della redazione di Padova. Passato alla sede centrale di Mestre, sono diventato prima capo del settore Cultura e spettacoli, poi degli Esteri e infine caporedattore centrale. Cioè, mi sono occupato un po’ di tutto.
Essere giornalista ha determinato il suo stile narrativo, o comunque ha influenzato in qualche modo il suo modo di fare letteratura?
Nel mio lavoro scrivevo pochissimo ma facevo molti titoli, quindi il massimo della sintesi. Scrivere romanzi dovrebbe essere quasi esattamente l’opposto, il massimo dell’analisi. Ciò che ho voluto conservare dello stile giornalistico è l’esigenza di essere compreso da tutti, evitando però il più possibile i luoghi comuni.
E come è avvenuto il passaggio dalla scrittura giornalistica a quella letteraria? Si è trattato proprio di un passaggio, o di due attività portate avanti contemporaneamente?
Non c’è stato un passaggio, ma una cesura netta e un vero e proprio nuovo inizio, perché non sarei riuscito a scrivere… telegrammi di giorno e romanzi di notte. Alla narrativa mi sono dedicato dopo la pensione: taglio netto e nuovo stile di scrittura.
Siderea Crimina è il suo primo libro?
Sì, Siderea Crimina è il mio primo e finora unico libro.
Ma ne ha scritti degli altri?
Anni fa ho scritto la biografia romanzata del presunto maestro di Hitler, ma non è stata mai pubblicata. Dopo il ‘900 e il ‘600 adesso sono alle prese con la fine del 1200 e la storia di un personaggio molto particolare: Pietro d’Abano.
E quindi noi aspettiamo di vedere presto in libreria questa sua nuova opera. Sempre un’ambientazione padovana, comunque, come accade con Siderea Crimina. C’entra qualcosa il fatto che lei abiti nella città del Santo?
Diversi commentatori hanno detto che Padova è almeno la co-protagonista del mio libro, ed è vero. Lo considero un atto di riconoscenza verso la città, inoltre per essere fedeli alla storia la trama avrebbe potuto svolgersi solo a Padova.
Ma come mai ha deciso di inventare un romanzo che avesse per protagonista proprio Galileo?
Un corso di Storia della Scienza mi ha rivelato l’importanza cruciale degli anni padovani di Galileo e ho visto la città che mi circondava con altri occhi. Un esempio: quando passo in Prato della Valle, accanto alla chiesa di Santa Giustina, non posso fare a meno di pensare che proprio lì, quattro secoli fa, Galileo puntava un cannocchiale scomodissimo verso il cielo, di notte, al freddo, e cambiava per sempre la Storia.
C’è un particolare interesse per il personaggio, o per il periodo storico, o infine per la storia in generale, come in effetti pare di poter dedurre dagli argomenti dei suoi scritti?
Si, c’è un interesse per la Storia in generale e per un personaggio di portata universale che aveva scritto di aver passato a Padova i diciotto migliori anni della sua vita. Volevo capire i motivi e cercare di raccontarli.
Per contro, c’è una particolare ragione di rifiuto o disinteresse per il presente, almeno nella narrativa?
Credo sia la reazione fisiologica a tanti anni vissuti sulla contemporaneità più esasperata, ai ritmi di un quotidiano in cui una notizia della mattina alla sera è già da buttare.
E perché ha scelto proprio la forma del giallo?
Forse perché il giallo è il modo più accattivante per spiegare queste cose. Per rendere viva la consapevolezza della Storia che ci circonda. E perché mi piacciono i gialli e confrontarmi in questo campo era una sfida nella sfida.
Un giallo storico, per di più con un protagonista tanto…ingombrante, avrà richiesto un immane lavoro di documentazione. Come ha proceduto in questa fase?
Oggi il web è una risorsa splendida, naturalmente sapendo selezionare. Quindi Biblioteche universitarie, sopralluoghi nei posti descritti, Museo della Scienza di Firenze, e nella sterminata bibliografia galileiana, ho focalizzato il periodo padovano. Tra tutti i testi consultati, fondamentale è stato l’ottimo Galileo privato di Paolo Scandaletti.
E per la parte strettamente scientifica?
Durante la scrittura ho dovuto essere attento a questa parte ancor più che con l’inquadramento storico, perché con la matematica e la fisica non si scherza, lo insegna proprio Galileo.
Quali sono state le reazioni degli “addetti ai lavori”?
Il libro non ha avuto diffusione tale da registrare movimenti di protesta. Tuttavia devo dire che sottoposi le bozze del libro al professor William Shea, all’epoca professore emerito di Storia della Scienza a Padova nonché tra i massimo esperti mondiali di Galileo, e lo apprezzò tanto che le fece correggere dalla sua assistente, la dottoressa Caterina Agostini.
Un apprezzamento di tutto rispetto, direi. E la garanzia della precisione scientifica. La dottoressa Agostini intervenne molto?
Non furono grandi correzioni, devo dire, e in seguito la dottoressa Agostini è stata relatrice scientifica a diverse presentazioni di Siderea Crimina. Il professor Shea, che disse che ero stato anche troppo buono con Galileo, sbagliò solo nel pronosticare un grande successo al libro.
Peccato, davvero. Le auguro sinceramente che il libro venga “riscoperto” e abbia la valorizzazione che merita. Ma torniamo a noi. Nel corso del lavoro ci sono stati momenti di difficoltà o, al contrario, di particolare soddisfazione?
Le difficoltà me le sono create da solo, poiché ho voluto incastrare la mia trama in uno scenario storico esattamente verosimile. Cioè i personaggi citati (e illustrati) erano in quei momenti in quei luoghi e la vicenda si svolge e si conclude senza alterare la verità storica. E uno o due di quei personaggi mi avrebbe fatto comodo fossero più “disponibili”…
Si dice che Galileo sia stato grande come scienziato, ma molto più modesto e meschino come uomo. Lei condivide questa opinione?
Direi più egocentrico che meschino, in tempi in cui la morale e i costumi erano diversi dai nostri. Era un imprenditore di se stesso, un gaudente, uno studioso, padre di tre figli non riconosciuti che vivevano con la madre a duecento metri di distanza, faceva cento cose, manteneva due famiglie e i suoi vizi. Una personalità complessa, modernissima.
In definitiva, quali aspetti della personalità di Galileo l’hanno colpita di più, in negativo o in positivo?
In positivo la molteplicità di attività e interessi, in negativo la scarsa sensibilità umana, parlando comunque del Galileo padovano, non complessivamente.
Qual è quindi il ritratto di Galileo che ha voluto presentare con il suo libro? Pensa ch oggi Galileo sia una figura attuale?
Come dicevo una personalità moderna nella sua complessità, molto avanti rispetto al suo tempo e conscio di esserlo, quindi un po’ presuntuoso, con i difetti e le passioni di un uomo qualsiasi.
Ogni epoca ha dato di Galileo una sua particolare interpretazione, facendolo diventare simbolo di ideali e valori di volta in volta diversi: la libertà di pensiero, l’anticlericalismo, eccetera. Oggi, secondo lei, Galileo cosa potrebbe rappresentare per la civiltà contemporanea?
Ha rappresentato e rappresenta il padre del concetto moderno di scienza empirica e il difensore del primato della ragione sull’oscurantismo dei dogmi.
L’ultimo capitolo del suo libro stabilisce un collegamento tra il Seicento e oggi, anche nei personaggi. Immagino che si tratti di un’invenzione letteraria. Vuole spiegarcela?
E’ un’invenzione non so quanto letteraria, ma preferirei che ognuno la interpretasse a proprio modo.
Bene, anche questa la accettiamo come una sfida, allora. Ma siamo alle conclusioni. Desidera aggiungere qualcosa a questa nostra “chiacchierata” virtuale?
Solo i complimenti per la vostra attività e per la sua passione.
Grazie a lei, piuttosto, e arrivederci presto a Spinea!