GIOVEDI’ 12 GIUGNO: CONCLUSIONI E BILANCI DI UN ANNO DI LETTURE

Una promessa letteraria a Spinea

Giovedì 12 giugno, ore 18.30, Emeroteca. È in programma l’incontro di chiusura delle attività 2013/14 dei gruppi di lettura che fanno capo alla Biblioteca, i due in cui si articola l’ormai “classica” proposta dell’Ora del tè e il più recente gruppo L’Italia in Giallo, nato dalla collaborazione con l’associazione ONLUS “Amici della Biblioteca” presieduta da Antonio Carraro. Infatti, ci sono tutti quelli che devono esserci in simili occasioni: innanzitutto, Loredana Mainardi che, come Assessora alla cultura, ha seguito il percorso di tutto l’anno dei gruppi di lettura, poi gli addetti ai lavori Antone10442566_485680958243327_5712157292873076095_nlla Bullo, infaticabile animatrice delle diverse iniziative e Alessandro Rigo, che da quest’anno collabora con lei, poi ancora gli esperti, come Carlo Marchiori e gli altri (numerosi) promotori e coordinatori delle varie proposte di lettura. Ci sono persino i presentatori ufficiali, ovvero Mariolina Burattini, Maria Luisa Solito e Lorenzo Scatto, cui, come tante altre volte,  spetta il compito di vivacizzare l’evento con la sapiente lettura ad alta voce di brani dei libri di cui si discute. E c’è naturalmente l’utenza, ovvero i lettori iscritti ai gruppi. Perché proprio in una riflessione su questi dovrebbe consistere la serata.
Invece…sorpresa! Antonella apre l’incontro richiamando l’attenzione su qualcosa di completamente diverso: un testo sconosciuto e inedito, un racconto, per la precisione, che si intitola Corpi Celesti.

Ne sono protagonisti due adolescenti provenienti da esperienze di vita, estrazione  e cultura completamente opposte e apparentemente inconciliabili, che si incontrano, diventano amici e finiscono per innamorarsi, insegnandosi reciprocamente ad affrontare in modo più costruttivo i drammi e le battaglie del vissuto quotidiano. Insomma, un racconto in cui la durezza del mondo odierno, con tutte le sue ingiustizie e contraddizioni,  non è ignorataCampiello-Giovani-2014 né sottovalutata, ma volutamente affrontata in una prospettiva di speranza ed ottimismo. Come è giusto che sia nella visione di una diciottenne.
Perché a scrivere Corpi Celesti è stata proprio una giovanissima autrice di Fornase, Deborah Daisi Osto, ovviamente presente in sala, che ha appena concluso il quinto anno allo Scientifico “Morin” di Mestre e, soprattutto, che ha appena avuto la soddisfazione ed il merito di entrare nella cinquina finale della diciannovesima edizione del Premio Campiello Giovani, superando la selezione intermedia in cui concorrevano ben venticinque semifinalisti. Non c’è che dire, un risultato di tutto rispetto, destinato ad essere confermato- speriamo-  dal successo definitivo nell’ultima manche che si concluderà a settembre.
A giudicare dalla disinvoltura  con cui Deborah affronta i microfoni  per illustrare il contenuto e il significato della sua opera, per 10373825_485680094910080_2537624179704061116_nspiegare il movente che l’ha spinta ad inventare proprio questa vicenda e non altre, non si può non restare colpiti ed ammirati da tanta serena sicurezza. Reazione che, però, si accompagna ad un certo stupore, quasi ad un senso di incredulità. Ma quando poi lei passa a parlare della preoccupazione per maturità che tra poco l’attende, dello spauracchio della matematica, di cui, confessa, non ha mai capito nulla, persino del fatto che quest’anno “per la prima volta ha finalmente raggiunto la media del 6”, beh, allora quella che domina è solo la simpatia per questa ragazzina intelligente, vivace e sensibile, assolutamente vera ed autentica. E tenerissima.
Dopo il liceo Deborah si iscriverà alla facoltà di Lettere, indirizzo artistico (“perché tutte le manifestazioni dell’arte mi piacciono e mi attraggono”, dice), ripromettendosi di perseverare sulla strada della scrittura, l’unica forma comunicativa che le permette di esprimere pienamente se stessa. Che dire di più? A Deborah i migliori auguri da parte di tutti noi, con al speranza di poter presto sentire ancora parlare di lei.

 I Gruppi di lettura dell’Ora del Tè

E veniamo all’attività dei Gruppi di lettura. Per quanto riguarda l’Ora del Tè, quest’anno la Biblioteca di Spinea ha aderito ad un progetto intitolato Veneto Lettura – Un anno vissuto letterariamente,  che coinvolgeva contemporaneamente le biblioteche di Cavallino-Treporti, la Giudecca e Martellago con i rispettivi gruppi. Questi sono stati chiamati a leggere, a rologo-VenetoLettura-ULTIMOtazione, quindi ovviamente in periodi diversi, i medesimi libri scelti con criterio monotematico dall’editor Laura Lepri, che aveva presentato il progetto a Venezia il 12 ottobre, presso l’auditorium della Querini Stampalia, mentre il 17 maggio si è svolto a Verona un incontro conclusivo di valutazione dell’esperimento.
Com’ facilmente intuibile, il progetto è nato appunto dalla volontà di “fare rete”, creando occasioni non solo promozione della lettura – obiettivo prioritario per  una biblioteca – ma anche di conoscenza e collaborazione, attraverso la condivisione d1604757_485680388243384_4456641278627441514_nelle risorse (i libri) e soprattutto lo scambio e il confronto fra le diverse competenze ed esperienze specifiche. Sul piano più squisitamente letterario, invece, l’idea era quella di affrontare un unico tema da diversi punti di vista, osservando ed analizzando le soluzione cui sono pervenuti autori eterogenei  per epoca, cultura, vissuto personale e scelte espressive originali, in cui presumibilmente si conciliasse l’originalità del gusto personale con le sollecitazioni culturali, problematiche e artistiche  della civiltà del loro tempo.
Per l’annata appena trascorsa è stato proposto il tema Genitori e figli, orientando la scelta  sui seguenti titoli: HONORÉ de BALZAC, Papà Goriot;  ELSA MORANTE, L’isola di Arturo; GIUSEPPE PONTIGGIA, Nati due volte, MARCO MISSIROLI, Il senso dell’elefante; IRÈNE NÉMIROVSKY, Il ballo.
Sollecitati da Antonella ad esprimere le proprie impressioni in merito, i lettori dell’Ora del Tè hanno formulato pareri sostanzialmente positivi ma non del tutt10440688_482098751934881_7801189620349339605_no unanimi.
Nessuna particolare presa di posizione riguardo l’adesione ad un progetto comune, ragion per cui si deduce che il tutto abbia incontrato il favore degli interessati, intendendo con ciò, oltre agli addetti ai lavori, anche quella che comunemente si chiama “utenza”. Riguardo le letture proposte, invece, qualche voce dissonante si è fatta sentire, pur  in mezzo al generale apprezzamento. I libri della cinquina, infatti, sono stati giudicati talvolta noiosi, pesanti, ed in parte poco attraenti perché ormai eccessivamente lontani dagli interessi dei lettori. In questo contesto alcuni interventi hanno sottolineato il vincolo determinato dalla mono-tematicità come causa determinante di scelte non del tutto felici ed hanno quindi suggerito, per il futuro, l’alternanza con titoli per così dire “extra”, in modo da poter godere di proposte più variate e dinamiche. Altri, però, hanno imputato eventuali limiti soltanto al tipo di selezione effettuata, valutandola in sé, magari negativamente, ma salvando l’impostazione generale dell’esperimento. E, soprattutto hanno osservato che esistono molte e diverse forme di approccio ai testi, perché la lettura può offre risorse insospettabili se affrontata in modo aperto e non superficiale, ragion  per cui sarebbe veramente riduttivo soffermarsi al solo aspetto tematico.

Considerazioni di una “clandestina”

10494742_485680921576664_5482526737526610538_n Personalmente condivido quest’ultimo orientamento, ma comprendo le ragioni delle perplessità espresse da qualcuno: pur non avendo frequentato gli incontri dell’Ora del Tè, ho letto tutti i  libri in questione e ora, anche se da “clandestina”, mi permetto di esprimere un parere personale.
Ad esclusione de Il ballo, che è un racconto, per cui risulterebbe intrinsecamente abbordabile per la sua stessa brevità, anche se non fosse narrativamente perfetto come in effetti è, gli altri testi sono davvero dei “mattoncini”, inutile negarlo. Lo sono per motivi vari, talvolta contenutistici e/o di mancata identificazione da parte del lettore, ma non necessariamente per demerito degli scrittori, anzi: per esempio, Papà Goriot e L’isola di Arturo possono essere considerati degli autentici capolavori, se adeguatamente collocati nel contesto storico-letterario di provenienza e  nell’ambito del percorso creativo dei rispettivi autori. In altri casi, però, la valenza letteraria non è altrettanto lampante. Nati due volte  risponde soprattutto ad un impellente impulso di confessione autobiografica ed insieme di polemica socio-culturale, mentre Il senso dell’elefante, il più recente, che per la modernità della scrittura appare il più facile e scorrevole ( e infatti mi risulta che sia stato il titolo più apprezzato all’Ora del Tè), in fondo si avvicina abbastanza ad una farraginosa telenovela in cui si condensano, come in un campionario di vendita, fatti e misfatti  dell’universo sentimentale ed esistenziale dell’uomo.
Però, secondo me, tutto, o quasi tutto, merita di essere letto e valutato, a maggior ragione se poi è data l’occasione di discuterne  insieme ad altri. Non esiste solo la lettura come pura evasione o gradimento. Anche un libro che per qualche motivo non piace o non diverte può naturalmente essere interessante. E poi, se proprio dovessimo considerarlo brutto, non è ugualmente gratificante cercare di capire ed analizzare le ragioni di tale bruttezza, o quantomeno del nostro mancato apprezzamento? Insomma, dipende da noi, da quello che si va cercando nei libri.
427188976Qualcuno in sala, provocatoriamente, ha proposto la lettura di Delitto e castigo. Provocazione per provocazione, perché non Pinocchio, allora? Perché non affrontarne una rilettura critica ed attualizzante, rimanendo peraltro perfettamente in linea con il tema comune? In fondo, cos’altro è il buon mastro Geppetto se non un pover’uomo diventato padre quasi suo malgrado, padre imperfetto, che si sente impotente ed inadeguato di fronte alle intemperanze, alle ribellioni e alle crisi adolescenziali di un figlio problematico,  avviluppato nella rete di una confusa e drammatica ricerca di sé?  Ricerca che, come  sappiamo, gli  procurerà una serie di guai, lo porterà a seguire cattive compagnie, a farsi plagiare dalle suggestioni di loschi imbonitori, e persino a mitizzare una figura femminile sfuggente e  tutto sommato ambigua (virtuale?) com’è, secondo me, la Fata Turchina. Vi sembra davvero una storia troppo lontana dal dramma di tanti rapporti genitoriali odierni, reali e letterari?
Ma volessimo mantenere un’impostazione storicistica e considerare i sottintesi ideologici occultati nell’evidente e conclamato assunto pedagogico della vicenda, rapportandola agli intenti normalizzanti e conservatori vigenti all’epoca in cui è stata pubblicata (il repressivo ritorno all’ordine dell’ Italia umbertina!), allora troveremmo spunti di discussione per cui il discorso si amplierebbe a dismisura. E se, oltre a ciò, volessimo esplorare addirittura le implicazioni psicoanalitiche del percorso evolutivo di Pinocchio da burattino a bambino vero, beh, gli argomenti davvero sarebbero infiniti. E tutti interessanti. A conferma di quanto di diceva prima: tutto dipende dalle modalità e dagli intenti della lettura. La palla sta al lector in fabula, come diceva Umberto Eco.
Quindi, provocazioni a parte, sembra senz’altro di poter concludere che l’esperienza di Un anno vissuto letterariamente meriti una valutazione positiva e possa essere proficuamente proseguita, magari con l’avvertenza di adottare qualche leggera misura correttiva che non ne infici la finalità e la connotazione complessiva.
intanto, in occasione della pausa estiva e in attesa di ritroversi a settembre in Biblioteca, dai Gruppi di lettura non potevano non emergere proposte e consigli per i prossimi mesi. Ma di questi parlianmo in un altro articolo, sempre su questo blog.

Il Gruppo Gialli 

Per il gruppo L’Italia in giallo, di cui erano presenti molti rappresentanti, a cominciare dal coordinatore Carlo Marchiori, qui non si potrebbe proprio parlare di chiusura dell’annata, perché l’ultimo libro in programma, Donne informate sui fatti di Carlo Fruttero, non è ancora stato commentato e, causa il perdurare di qualche problema organizzativo dovuto ai lavori in Biblioteca, non si sa quando lo sarà. Un bilancio però è già possibile, ed è del tutto positivo. Annata ricca di soddisfazioni, infatti, quella del Gruppo emanazione dell’Associazione Amici della Biblioteca, che può vantare, accanto alla lettura e alla discussione di libri anche la messa a punto di tutta una serie di iniziative diverse e complementari di carattere ricreativo e culturale. Ma andiamo con ordine.
Da ottobre a giugno sono stati letti e discussi diversi romanzi polizieschi e noir  di autori italiani, cui ne va aggiunto uno di autore straniero, secondo un’abitudine che nel tempo è andata di fatto consolidandosi, benché nessuno mai l’abbia definita programmaticamente.  Ricordando che anche questi – volendo – possono considerarsi altrettanti consigli di lettura, cito in ordine sparso, non corrispondente alla successione nelle diverse serate: Ricatto in laguna di Luisa Conz, Le Vendicatrici di Carlotto e Videtta, Buio (appartenente alla serie de I Bastardi di Pizzofalcone) di Maurizio De Giovanni, Il commissario Bordelli di Marco Vichi, Di tutti e di nessuno di Grazia Verasani, Siderea Crimina di Roberto Zucchi, Nostra Signora della solitudine di Marcela Serrano.
10393547_481248102019946_6900750626796139344_nNon è il caso di soffermarsi sulle singole opere, avendone già scritto in altre occasioni, mentre per qualche considerazione più dettagliata riguardo l’attività del Gruppo Gialli è disponibile un altro articolo sempre sul blog dell’Ora del tè. Basti qui dire che si tratta di libri molto eterogenei, diversi per contenuto, stile e ambientazione spazio-temporale, nonché per le tematiche e i problemi narrati e quindi successivamente sottoposti alla discussione. Unico elemento comune – anche questo casuale più che voluto – la data recente e talvolta recentissima di pubblicazione. E naturalmente, al di là delle preferenze individuali e alle soggettive valutazioni di gradimento, la volontà costante di proporre ai “colleghi” lettori qualcosa di piacevole e interessante. Come infatti sembra confermato dal fatto che nel corso dei vari incontri gli interventi sono stati numerosi, le osservazioni puntuali e attente, il dibattito talvolta persino appassionato.
indexMa non solo questo, si diceva prima. Infatti, grazie ai contatti soprattutto di Marisa Negrato e di Daniela Palamidese (e alla preziosissima collaborazione di Antonella Bullo) alcuni autori hanno accettato di partecipare alle serate di discussione delle loro opere. Ne sono derivate delle occasioni simpatiche ed interessantissime di incontro, conoscenza e confronto, che sempre hanno reso più proficuo l’approccio ai testi e svelato piccoli segreti contenutistici o curiosi retroscena autoriali,  che in definitiva luisa-conzhanno regalato nuove ragioni di soddisfacimento dalla lettura. E in qualche caso  si sono persino trasformati nei presupposti per l’avviarsi di una vera e propria amicizia. Ha cominciato in novembre Luisa Conz, poi è stata la volta di Maurizio De Giovanni, infine in primavera abbiamo avuto il piacere di ospitare Roberto Zucchi.
E  non basta. Perché Luisa ha voluto anche essere con noi per il pranzo organizzato prima di Natale proprio in quella trattoria da Viola di cui tanto si parla nel suo Ricatto in laguna. Dal canto suo Maurizio de Giovanni, intervenuto a Spinea con uno “strappo” rispetto al contemporaneo tour promozionale in Veneto, grazie alla sua verve irrefrenabile ha saputo reinventare l’incontro (aperto a tutta la cittadinanza) convertendolo in una vera e propria festa di straordinario successo.E ancora: sabato 31 maggio un gruppo misto di lettori e di Amici della Biblioteca ha concluso in bellezza con un’uscita a Padova, incontrandovi Roberto Zucchi sulle tracce di Siderea Crimina e dei ricordi galileiani.

  Libri, amicizia e convivialità10443385_483111288500294_1847319080318232068_n

10357255_483111341833622_5503052814867594528_nSi parlava di amicizia e convivialità. A proposito…Concluse le presentazioni, i bilanci, i consigli di lettura,  le proposte per il futuro, che cosa poteva ancora mancare?…Il buffet, naturalmente!
Ogni volta che si presentano occasioni come questa rimango sbalordita – molto piacevolmente! – dall’abilità, la fantasia, la creatività culinaria dei lettori  e soprattutto delle lettrici di Spinea, che producono meraviglie dolci e salate per offrirle generosamente ai partecipanti. Anche stavolta non si sono smentiti e i risultati si vedono!

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