Il Carteggio Aspern
Da qualche anno inseguivamo l’occasione di leggere, con i gruppi di lettura, qualcosa dello scrittore Henry James. Quest’anno finalmente l’occasione è venuta inseguendo proprio il filo rosso delle città nei romanzi.
La scoperta di Venezia nelle pagine di Henry James è stata una avventura interessante e ricca di sorprese.
Ambientato nella Venezia decadente di fine ‘800, Il carteggio Aspern narra i tentativi di un critico letterario statunitense di cui non viene mai precisato il nome, di impadronirsi di una raccolta di documenti, per lo più lettere, scritti dal poeta statunitense Jeffrey Aspern, al quale è totalmente devoto e che considera il miglior poeta di tutti i tempi.
Una breve sintesi del romanzo non rende però minimamente ragione della complessità della trama e dello stile dell’autore. La prima domanda che ci siamo posti in gruppo riguarda il “cosiddetto” protagonista del romanzo: chi è in realtà il vero protagonista? Il misterioso narratore-critico letterario? Oppure la sig.ra Prest?
La giovane nipote Miss Tina? O l’anziana Miss Juliana Bordereau, depositaria dei misteriosi documenti?
La città di Venezia?
Non siamo riusciti a sciogliere l’enigma (e non vogliamo illudere con facili soluzioni i futuri lettori…), ma abbiamo capito dalla varietà delle risposte emerse dalla discussione, che il testo si presta a molteplici interpretazioni.
Possiamo definirlo un “classico”?
Sicuramente sì! Il racconto ci dice molto più di ciò che riguarda solo i personaggi o la trama: Henry James ci svela i suoi pensieri, i suoi valori, che vanno ben oltre la situazione narrata nel libro. La presenza di un “messaggio” che può essere riferito anche ad un mondo completamente diverso da quello descritto nel carteggio, è qualcosa che lo qualifica come “classico”. Il testo del racconto ci svela innumerevoli aspetti dell’esperienza umana, sono nascosti tra le righe, basta ascoltarli: “… la più fatale delle follie umane, il non sapere quando fermarsi“.
Il ritmo del racconto e il luogo
La storia sembra un giallo, ma in realtà non accade nulla. Questo è un punto di forza del racconto di Henry James. Lo scorrere del racconto è segnato da pochissimi accadimenti, ambientati in pochi luoghi (palazzo e giardino), ma il lettore viene avvinto da un ritmo in continuo crescendo che lo porta a non lasciare la storia fino all’ultima pagina.
Il luogo esiste realmente, si tratta del Palazzo Soranzo Cappello che si affaccia su rio Marin, vicinissimo ad un altro grande palazzo della famiglia Gradenigo.
Paesaggio veneziano
“Nel giro di cinque minuti sboccammo in Canal Grande; e a questo punto emise un mormorio d’estasi non meno spontaneo che se fosse stata una turista appena arrivata. S’era dimenticata di quanto apparisse splendida quella gran via d’acqua in una chiara sera d’estate, di come il senso di galleggiare tra i palazzi di marmo e luci riflesse disponesse la mente alla libertà, all’agio. Andammo a lungo e lontano sull’acqua, e benché la mia amica non esprimesse ad alta voce la propria contentezza, ero certo del suo pieno cedimento. Era più che contenta, era rapita; tutto l’insieme era per lei una liberazione immensa. La gondola si muoveva a colpi lenti, per darle il tempo di goderne, e lei ascoltava come fosse una rivelazione di Venezia il tonfo dei remi, che si faceva più forte e più musicalmente liquido quando entravamo nei canali stretti.”
“A Venezia ci vuole pazienza per tutto e, siccome adoravo il luogo, mi sentivo ancora più in armonia con il suo spirito…”
Per conoscere i luoghi citati e qualche curiosità, consultare: