Lavoro e dignità delle persone
Non parliamo di lavoro solo in occasione della festa del 1° Maggio, il tema ci interpella quando il lavoro manca o quando non rispetta la dignità della persona, e, da sempre, ci interroghiamo sul suo significato.
Bianca Pitzorno “Il sogno della macchina da cucire” ed. Bompiani
Scrittrice di romanzi e saggi per adulti e bambini.
Fin da piccola viene educata dalla nonna al ricamo e al cucito. Da esperta cucitrice narra in questo romanzo la vita di una sartina “a domicilio”. E’ la storia di una donna che affronta con coraggio e dignità la povertà, la solitudine, i pregiudizi e numerose disavventure confidando nel proprio lavoro.
Eravamo povere, la nostra famiglia non aveva mai posseduto niente, tranne la forza delle braccia maschili e l’abilità delle dita femminili.
La nonna cominciò prestissimo a mettermi in mano ago e filo.
Quando le capitava di dover andare a cucire tutto il giorno a casa di una sua cliente, mi portava con sé.
Di solito in quelle case ricche ed eleganti c’era una stanza apposta per il cucito e, meraviglia delle meraviglie, una macchina da cucire.
Marco Peroni e Riccardo Cecchetti “Adriano Olivetti”. Un secolo troppo presto, Ed. Becco Giallo
In un’intervista immaginaria gli autori ripercorrono la storia di uno dei più grandi ispiratori del nostro tempo e della dimensione profetica delle sue idee: l’industriale Adriano Olivetti.
La visione olivettiana voleva tenere insieme l’operaio e il vertice aziendale, la campagna e l’industria, il sud e il nord in un progetto di “comunità”.
“Noi sogniamo una comunità libera, ove la dimora dell’uomo non sia in conflitto né con la natura, né con la bellezza. Abbiamo voluto che la natura, la luce accompagnassero la vita della fabbrica per non trasformare nessuno in un essere troppo diverso da quello che vi era entrato …”
“Noi crediamo profondamente alla virtù rivoluzionaria della cultura. Non ritenere la cultura una risorsa ha condannato per lungo tempo il nostro Paese all’incapacità di immaginare e costruire il proprio futuro.”
Primo Levi: “La chiave a stella” ed. Tascabili Einaudi
E’ il primo romanzo d’invenzione dell’autore di “Se questo è un uomo“.
In “La chiave a stella” Levi racconta, con gusto e ironia, le avventure di Faussone, operaio specializzato che lascia la catena di montaggio per girare il mondo montando gru, ponti sospesi, impianti petroliferi. L’autore si diverte nel dare al suo personaggio un carattere puntiglioso, un linguaggio scarso di vocaboli, sgrammaticato, ma efficace nell’esprimere il suo pensiero, nel descrivere ambienti e raccontare aneddoti.
… perché sa, se io faccio questo mestiere di girare per tutti i cantieri, le fabbriche e i porti del mondo, non è mica per caso, è perché ho voluto. Tutti i ragazzi si sognano di andare nella giungla o nei deserti o in Malesia, e me lo sono sognato anch’io; solo che a me i sogni mi piace farli venire veri.
Se uno sta a casa sua magari è tranquillo, ma è come succhiare un chiodo. Il mondo è bello perché è vario …
Rubrica “Narra e Racconta”
a cura di Anna Tentori e Simonetta Cecchini – Associazione degli Amici della Biblioteca