Book Contest 2019-2020
Una bella gara tra i partecipanti al Book Contest di giovedì 10 ottobre per individuare i titoli delle letture condivise 2019-2020.
I titoli in gara erano 18 e tutti davvero molto interessanti. Difficile la scelta, perché ogni titolo proposto aveva delle valide ragioni per essere letto e discusso.
Speriamo possiate divertirvi a scorrere la lista dei titoli proposti e possiate trovare comunque degli ottimi suggerimenti di lettura.
I titoli in gara erano molto vari per genere, area geografica (diverse anche le case editrici).
I titoli erano rappresentativi di paesi diversi – Inghilterra, Irlanda, America, Francia, Svezia, Cile, Cina, Israele, Islanda, Giappone, Russia e Olanda – varie anche le case editrici. Interessante invece segnalare che, la maggior parte degli autori proposti, sono nati dopo il 1950, dunque una grande attenzione per il nostro tempo. Nella lista non sono mancati comunque anche i classici.
Ecco i primi sei in classifica:
1. “L’uomo che allevava i gatti” di Mo Yan
Mo Yan, che in cinese significa “non parlare” è lo pseudonimo letterario di Guan Moye (Gaomi, 17 febbraio 1955) ed è uno scrittore e sceneggiatore cinese. È considerato il più importante scrittore cinese contemporaneo. Ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 2012.
“L’uomo che allevava i gatti” è una raccolta di racconti – 8 per la precisione – che ci conducono nella Cina rurale negli anni successivi alla Rivoluzione culturale cinese. Con notevole maestria e senza risparmiarsi moltissime descrizioni a dir poco poetiche, Mo Yan racconta una Cina a lui cara, ovvero quella vissuta quando era giovane e viveva in ristrettezze economiche nel distretto cinese di Gaomi.
2. “Middle England” di Jonathan Coe
Con Coe e la sua «Inghilterra di mezzo», il romanzo torna a proporsi come uno strumento flessibile, una tessitura che raccoglie gli eventi per dirci come stiamo, come stavamo:
Vorrei che i lettori, presenti e futuri, ritrovassero nel libro non che cosa è successo esattamente in questi otto anni. Ma quali sono state le reazioni, i sentimenti, i desideri. I miei sono romanzi storici delle emozioni, del sentire del tempo.
3. “Agnes Brown mamma” di Brendan O’Carrol
Agnes Browne, trentaquattro anni, bella, proletaria, simpatia irresistibile, ha un banco di frutta e verdura al mercato del Jarro, turbolento quartiere popolare di Dublino, sette figli come sette gocce di mercurio e un’autentica venerazione per Cliff Richard. Purtroppo ha anche un marito che lascia i suoi guadagni agli allibratori, per poi rifarsi con lei a suon di ceffoni. Ogni mattina Agnes esce di casa alle cinque per incontrare l’amica Marion e iniziare insieme la giornata in allegria. Ogni venerdì gioca a bingo, per poi finire al pub di fronte a una pinta di birra e a un bicchiere di sidro.
Non una gran vita, a parte le risate con Marion e le altre, al mercato. Finché, un bel giorno, Rosso Browne muore, lei rimane sola e comincia a godersi davvero l’esistenza.
4. “Addio fantasmi” di Nadia Terranova
Una casa tra due mari, il luogo del ritorno. Dentro quelle stanze si è incagliata l’esistenza di una donna. Che solo riattraversando la propria storia potrà davvero liberarsene. Nadia Terranova racconta l’ossessione di una perdita, quel corpo a corpo con il passato che ci rende tutti dei sopravvissuti, ciascuno alla propria battaglia. Ida è appena sbarcata a Messina, la sua città natale: la madre l’ha richiamata in vista della ristrutturazione dell’appartamento di famiglia, che vuole mettere in vendita. Circondata di nuovo dagli oggetti di sempre, di fronte ai quali deve scegliere cosa tenere e cosa buttare, è costretta a fare i conti con il trauma che l’ha segnata quando era solo una ragazzina.
5. “Tre piani” di Eshkol Nevo
In Israele, nei pressi di Tel Aviv, si erge una tranquilla palazzina borghese di tre piani.
Il parcheggio è ordinatissimo, le piante perfettamente potate all’ingresso e il citofono appena rinnovato. Dagli appartamenti non provengono musiche ad alto volume, né voci di alterchi. La quiete regna sovrana. Eppure, dietro quelle porte blindate, la vita non è affatto dello stesso tenore.
6. “Luce d’estate ed è subito notte” di Jon Kalman Stefansson
A volte nei posti piccoli la vita diventa più grande, a volte la lontananza dal rumore del mondo ci apre al richiamo del cuore, dei sensi, dei sogni. È questo intenso sentire a erompere dalla vita di un paesino di quattrocento anime della campagna islandese, dove la luce infinita dell’estate fa venir voglia di scoperchiare le case e la notte eterna dell’inverno accende la magia delle stelle.
Un microcosmo che è come una lente di ingrandimento sull’eterna partita tra i desideri umani e le trame del destino, tra i limiti della realtà e le ali dell’immaginazione.
Ed ecco gli altri titoli in gara:
- La cotogna di Instabul di Paolo Rumiz
- Bartleby lo scrivano di Herman Melville
- Lo straniero di Albert Camus
- La vera storia del pirata Long John Silver di Bjorn Larsson
- Il vecchio che leggeva romanzi d’amore di Luis Sepulveda
- Norvegian Wood di Murakami
- Necropoli di Boris Pahor
- La sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj
- Le ricette della signora Tokue di Durian Sukegawa
- Le otto montagne di Paolo Cognetti
- La ballata di Adam Henry di Ian McEwan
- Nella casa del pianista di Jan Broken
Un anno vissuto letterariamente 2019-2020
Naturalmente leggeremo e discuteremo anche tre dei titoli proposti ai gruppi di lettura in Veneto per il progetto Un anno vissuto letterariamente 2019-2020.
I titoli questa volta sono stati scelti da tre critici letterari:
Pia Masiero, Alessandro Cinquegrani e Marco Cavalli
- Tempo di imparare di Valeria Parrella (Einaudi 2013)
- Stella distante di Roberto Bolano (Sellerio, poi Adelphi)
- La Capitale di Robert Menasse (Sellerio 2018)
Continuate a seguirci in vista dell’incontro dei Gruppi di lettura in Veneto che si terrà Sabato 16 maggio 2020 a Rovigo.