GLI INIZI
Molti tendono ad affermare che il fumetto sia esistito dal giorno in cui gli esseri umani hanno sentito il bisogno di raccontare con dei “graffiti” sulle pareti di una grotta un loro pensiero, attribuendogli via via parentele con i geroglifici egiziani, con le scritture Maya oppure con le miniature medievali e rinascimentali (la “Biblia Pauperum” raccontò per immagini e versetti parti della Bibbia e la vita di Cristo), fino alle incisioni e agli arazzi del Settecento. Non si sbaglia quindi di molto affermando che “le storie a disegni” sono nate assieme al bisogno di comunicare umano.
Come lo conosciamo oggi, sia pure preceduto da pubblicazioni ottocentesche a striscia disegnata rivolte a lettori di élite, il fumetto ha come data ufficiale di nascita il 16 febbraio 1896, con l’inserto domenicale del quotidiano The New York Times che pubblicava la prima tavola della serie “At the circus in Hogan’s Alley” scritta e disegnata da Richard Felton Outcault, che aveva come protagonista un buffo bambino pelato chiamato The Yellow Kid le cui parole erano scritte sul camicione giallo che indossava. Di seguito nasceva il baloon, ovvero la nuvoletta fatta uscire dalla bocca dei personaggi chiamata in italiano, appunto, fumetto.
Agli inizi del Novecento, quando cioè si cominciò a distribuire con regolarità albi, volumi e giornali “figurati”, il fumetto venne accolto in Italia con sufficienza, relegandolo a mero genere narrativo destinato soprattutto ad un pubblico infantile.
Ci sono voluti decenni perché il fumetto riuscisse a conquistare la giusta considerazione dal punto di vista comunicativo, letterario e artistico, quando personaggi, soggetti e scansione narrativa vennero ad assumere sfumature anche complesse, ambientando le storie in contesti non più esclusivamente fanciulleschi.
IL LINGUAGGIO
Ciò che in questo rivoluzionario strumento narrativo è rimasto sostanzialmente immutato negli anni è il linguaggio, composto di due elementi estremamente immediati: la parola e l’immagine. Linguaggio talmente malleabile, flessibile ed universale da essere adatto a qualsiasi esigenza estetica e livello culturale, con una straordinaria capacità di coinvolgere e avvolgere il lettore. Dalle linee morbide e rassicuranti di Topolino e Asterix, ai segni ruvidi del Tex Willer disegnato da Galep (Aurelio Galeppini), fino alle estremizzazioni allucinogene tratteggiate da Andrea Pazienza e alle sequenze oniriche di Lorenzo Mattotti. Per quanto graficamente elaborate, le storie a fumetti rimangono sempre di lettura decifrabile. In assenza delle parole, a raccontare sono le sequenze di immagini e questa peculiarità rende il fumetto parente stretto del cinema.
Cinema e fumetto moderno sono infatti nati nello stesso periodo (fine Ottocento) e hanno sempre percorso la loro strada su binari paralleli, talora incrociandosi e ispirandosi l’un l’altro.
I ritmi narrativi e le strutture dinamiche delle sceneggiature sono sostanzialmente le stesse sia che si tratti di opere popolari o impegnate.
ARTE SEQUENZIALE E LETTERATURA DISEGNATA
Piano americano, primo piano, campo lungo, panoramica, sono tutti termini tecnici comuni sia alle riprese cinematografiche che alle vignette che compongono l’insieme di una tavola a fumetti. Riferendosi a ciò, il grande maestro americano Will Eisner ha usato per il fumetto l’espressione Arte Sequenziale (Fumetto e Arte Sequenziale – Will Eisner – Ed. Studio 901, Torino – 1997, collocazione in Sezione Fumetti 741.5 EIS). Infatti, prese singolarmente, le figure sono soltanto figure, foto o quadri statici. Se invece tali figure fanno parte di una sequenza anche di soli due momenti, si trasformano in qualcosa di più: acquisiscono un significato capace di trasmettere un messaggio narrativo, quindi di raccontare. Definizione certamente semplificata a confronto degli stili diversi, delle tendenze e dei generi che caratterizzano i singoli autori, sintetizza però bene quello che è il principio di base del fumetto, definito ormai da molti Letteratura Disegnata (Hugo Pratt docet).
Per approfondire:
La nascita del fumetto italiano [di Marina Monti]
(a cura di Marino Marini con l’amichevole contributo di Piero Zanotto)
Vai a: Sezione fumetti